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L’Antiquario


di Membro VIP di Annunci69.it ask2me
28.10.2019    |    3.430    |    9 8.8
"” Tirai un sospiro, devo confessare che il gioco incomincia a farsi interessante ed anche un po’ emozionante..."
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Questa è una storia che ha origini lontane, nelle fantasie di Aleska, protagonisti: l'erotismo che ha i caratteri di un'ossessione, di una condanna da scontare, e le mie fantasie, di un richiamo che mi spinge a sperimentare, le più varie forme di trasgressione; conseguenza paradossale di una prima parte di vita, tranquilla e rilassata, ma intrisa dalla violenta e tenera esperienza avuta nelle fantasie del matrimonio e nel rapporto che in due abbiamo coltivato nella lontananza del lavoro o degli amanti, ma uniti nel desiderio reciproco fino a ritrovarsi e percorrere la strada che porta ad oggi, in un rapporto fondato sulla pratica del libertinaggio.

Nella prossima età rimane però, irresistibile, l'attrazione per la sessualità più torbida e sfrenata, incarnata nella intensa figura che è comparsa tra di noi, un Antiquario…
Forse ignaro, forse attore, forse vittima, ma capace di realizzare l’inconscio, essere oggetto delle attenzioni e soggetto delle azioni, inconsce ma non troppo di Aleska.

Provo a spiegare ed a circoscrivere meglio… era ottobre, quando andando in una boutique di quelle che vanno di moda oggi, in cui trovi tutto, dalle scarpe alle mutandine, dalle minigonne ai soprabiti, quelle “boutique” che propongono: “uno stile” Aleska era entrata per comperare un completino di biancheria intima visto in vetrina, quando ha provato una forte attrazione per il proprietario del negozio, arrivando a coinvolgerlo ed a farsi toccare in camerino…. e poi via, subito di corsa a casa a raccontarmi tutto!

L’eccitazione che la pervadeva, fece sì che senza mezze misure, sfilatasi le mutande, si girò offrendomi ciò che Aleska ha da sempre più apprezzato, una violenta penetrazione “a secco”, nel suo buchino, racchiuso in mezzo al solco di pesca dei suoi stupendi glutei, nei momenti di grande eccitazione inumidito solo dagli umori interni, urlando a piena voce, quello che le avevo sempre insegnato: le cose si chiamano con il loro vero nome…:”Marco… inculami!”.

L’unione di queste due cose: l’eccitazione di una mano sconosciuta e furtiva fra le stupende labbra del sesso di Aleska, che la fruga e le titilla il clitoride e la reazione violenta di “un voltarsi ed offrire il culo” è il “fil rouge” che attraversa tutto questo nostro racconto e forse anche tutta la nostra vita.

Alcuni mesi dopo, quasi si incominciavano a sentire i profumi delle gemme di tiglio dei viali della nostra Parma, un mattino prima di andare nel proprio studio da commercialista di cui è titolare, Aleska, percorre viale Mentana, quando all’incrocio con una traversa, fu attratta da una bottega artigiana di un restauratore antiquario. Due vetrine fronte strada, un grosso portone subito dopo, che si apre su di un cortile di ciottoli rotondi di fiume, sulla destra appena entrati nell’androne, l’ampio ingresso al negozio, articolato in due ampi locali con in fondo una scaletta che porta all’ammezzato.
Nel cortile in fondo, due finestre al pianterreno di fianco alla serranda che chiude il laboratorio di restauro, sulla sinistra un portoncino a doppio battente permette l’accesso alle scale che portano al primo piano sopra il laboratorio.

In quella già tiepida mattina di marzo il sole illuminava con forza quasi estiva, sbirciò dentro, attraverso il vetro dell’ampia porta di ingresso al negozio, ma il suo sguardo fu subito attratto da quello di un uomo, alto, con capelli scuri ed un po’ lunghi, ben pettinato, vestito normalmente con una giacca grigia un po’ consunta dall’attività di restauratore, ma complessivamente ordinato, pulito ed attraente, specialmente quel suo sguardo profondo ed intrigante.
Automaticamente spinse la porta, entrò guardando un po’ qui e là: comò, credenze, tavolini, maggiolini, severi armadi di fine ‘ottocento, ma di continuo il suo sguardo veniva attratto dall’uomo, fin quando, venne risvegliata dalla voce dell’uomo stesso che con voce profonda la salutava, “Buongiorno signora, desidera?” Un piccolo sussulto, poi riavendosi “Guardavo, oggetti interessanti…. Avrebbe un tavolino secretaire?” Una lunga pausa in cui Aleska si sentiva spogliare con gli occhi, seppure fosse vestita in modo assolutamente “professionale” con impermeabile beige su tailleur blu e maglietta girocollo bianco. Ben lontano dalle “mise” sexy e provocanti di quando andiamo in giro le sera. “Di sopra”, rispose con lo stesso tono caldo di prima, per nulla emozionato, nonostante, adesso fosse Lei a guardalo fisso negli occhi. “Bene, vediamo” disse lei quasi a sfida.
“Prego” disse lui, “Le faccio strada” e si avviò sicuro salendo la scaletta, fino all’ultimo scalino, arrivato in cima, si fermò ed aspetto che lei fosse giunta. Lei proseguì facendo alcuni passi, nell’unica direzione possibile, l’ammezzato era colmo di ogni sorta di mobile, ma al centro presentava una specie di passaggio obbligato che conduceva verso delle finestre che si riproponevano sulla strada. “Ho questi due” disse lui attraendone l’attenzione e facendola voltare e tornare in dietro quasi di scatto, ma voltandosi le si aprì il soprabito e lei stessa andò contro la mano tesa dell’Antiquario che indicava i mobili da vedere, ma a quel punto si appoggiò contro il suo seno, ci fu un attimo di gelo, lei non si ritrasse, lui con calma abbasso la mano togliendola da sotto l’impermeabile ed indicando due tavolini appoggiati, schiena-schiena, lui incominciò a spiegarne le peculiarità, ma Aleska per un tempo indefinito non seguì, fin quando tagliò corto: “Oggetto interessante, passerò a rivederlo, Grazie. ” Si girò ulteriormente e guadagnò l’inizio della scaletta, con passo leggermente incerto, sfiorando l’antiquario con il fianco ed il braccio, all’altezza della patta dei pantaloni che segnava un evidente rigonfiamento dovuto all’eccitazione che si era creata.
Uscì salutando quasi di corsa, voltandosi indietro solo quando era già sull’ampia porta di ingresso, la luce del sole mattutino la riprese e la avvolse completamente, sollevandola ed isolandola dalla realtà che l’aveva completamente conquistata.

La mattinata passò in fretta, torno a casa come sempre per pranzo con i ragazzi e tutto fu come prima per due o tre giorni, lei non si rese conto che quello sfiorare quel uomo l’aveva profondamente colpita, lei a 48 anni, come una ragazzina… Il sabato sera dopo le adeguate scuse verso i ragazzi, uscimmo con gli amici, andammo fino a Milano all’Arena, ma Aleska ballò soltanto… fino alle 2, quando mi disse: “Andiamo ho voglia di fare un amore GRANDE…” arrivammo a casa i ragazzi dormivano già, piano, piano, ci spogliammo e velocemente fummo a letto, io incominciai ad accarezzarla, dolcemente, poi sussurrandole nell’orecchio quanto di più dolce riuscissi in quel momento di forte eccitazione, mi avvicinai con una forte erezione per penetrala, ma in quel momento, mi disse: “Sono tre giorni che non riesco a togliermi la voglia di fare l’amore…” un attimo di silenzio e poi continuò: “Da quando ho toccato l’Antiquario.”
Io credo di essere già abbastanza grande, credo anche di avere una certa capacità di riconoscere e distinguere i riflessi dell’animo umano, ma ho avuto un lungo attimo di perplessità e di smarrimento. Il mondo è veramente bizzarro ed io non lo conosco che solo in minima parte. Vi confido questo perché penso di essere stato superficiale ed anche ingenuo, non sono stato capace, fino al quel momento, di capire il vero temperamento sessuale di mia moglie.

Poi con voce emozionata e quasi chiusa in gola: “Raccontami cos’è successo?”, lei dolcemente, con un filo di voce, ha incominciato a descrivermi le atmosfere, le sensazioni, che aveva provato, e man mano che andava avanti nel racconto si eccitava sempre di più, sempre con maggior coinvolgimento, io ero sdraiato supino, lei mi salì sopra si penetrò, con il mio membro in massima erezione e mi confesso che avrebbe voluto avere anche quello dell’Antiquario dentro di sé, assieme, o prima l’uno, poi l’altro, non avrebbe importato tanto, anzi, pur di sentire ben dentro di se tutta la virilità di cui aveva avuto o immaginato la forza.
A quell’affermazione non seppi resistere ed eiaculai, scaricando tutto il mio seme dentro di lei, vibrando quattro o cinque colpi di reni e facendola urlare di piacere, cosa che in casa non ci capita mai, per riguardo verso i ragazzi nelle altre stanze.

Passarono alcuni secondi, appena ci riavemmo l’abbracciai forte, forte, la strinsi ed incominciai a parlarle, per capire meglio, giuro che all’inizio qualche perplessità o dubbio l’ebbi, ma poi parlando, mi fu chiaro, anzi chiarissimo: era puro sesso!!!
Mi raccontò tutto per filo e per segno, tutto quanto ho appena raccontato a voi, la notte passò velocissima ed io non riuscii a trattenermi dal fare l’amore, ancora, ancora ed ancora, fino all’alba, poi ci addormentammo.

Passarono alcuni giorni e tutto sembrava “normale”, almeno per me! Fin quando una notte bisbigliando Aleska mi ha raccontato il seguito… Al mattino era passata a vedere il secretaire dall’Antiquario, ma questa volta, aveva ben chiaro il disegno, che si può riassumere in: Scarpe tacco a spillo nere, autoreggenti chiare, tailleur nero con gonna strach ed ampio spacco davanti e dietro, giacca a due bottoni su camicetta di seta semitrasparente… Questa volta, conosceva bene la strada per andare a vedere i mobili, nell’ammezzato.

Entra, saluta, si guarda un po’ attorno, e poi: “Sono venuta a rivedere il secretaire…” di rimando l’Antiquario: “Si accomodi Signora” Lei con piglio sicuro, si avvicina alla scaletta, aspetta che l’Antiquario sia alla giusta distanza e poi incomincia a salire, con passo lento ma deciso, sale uno, due, tre, quattro scalini, sente lo sguardo fisso sul culo, sugli spacchi della gonna, sulle sue gambe, ma sale ancora e lui sempre fermo… la guarda da sotto, lei rimane sull’ultimo scalino un piede già sul pianerottolo ed uno ancora sulla scala, si volta in dietro e lo fissa sicura. Lui sale piano, guarda con attenzione, poi alza lo sguardo e lo incrocia con il suo. E’ un momento di grande patos.. Fin quando arriva alla sua altezza e con ampio gesto della mano fa segno di procedere, sfiorandola sulla schiena, come per accompagnarla.

Si avvicinano ai due mobili, questa volta Lui è vistosamente emozionato, lei rompe il ghiaccio, chiedendo particolari dell’intarsio, ma lui è quasi ammutolito. Si chinano per vedere da vicino il buon stato dei mobili, lui sfiora con la mano il seno di Aleska la quale, non dice niente, ma lo guarda con sfida, l’Antiquario abbassa la mano ma ovviamente non chiede scusa, non fa finta di essersi sbagliato, sa benissimo cosa vuole! Lui è vistosamente eccitato, ma lei svia il discorso e con una scusa qualsiasi riprende la strada dell’uscita salutando cortesemente.
A questo punto, ecco la “chiave di volta” e dico di getto, quasi tutto di un fiato: ”Fallo impazzire, sbattigliela in faccia, scopate selvaggiamente, ma a due condizioni: la prima, che rimangano sempre e soltanto sveltine fra i mobili; la seconda, che tu gli dia soltanto il culo.” Lei mi guarda perplessa, rimane attonita ed incapace di articolare le mille domande che le sorgono dentro, così proseguo io: “Si deve essere il nostro gioco, Tu mi hai confessato che quando gli hai visto la patta gonfia, l’avresti voluto avere, ma non ti sei resa conto che me lo ai detto mentre noi facevamo l’amore… che l’avresti voluto assieme a me, o prima lui poi io o viceversa, ricordi?” dissi tutto eccitato, e poi aggiunsi: “Bene, è come se giocassimo in tre, sempre in tre ma solo in due per volta… Mi vorrai chiedere perchè solo il culo? Bene è semplice questo è il pegno che Ti chiedo io perchè Tu possa andare da Lui sola! Il giorno che saranno infrante queste due piccole regole, saprai che da quel momento sarai con Lui da sola! A Te la scelta.” Rimase per un buon minuto in silenzio, poi mi baciò appassionatamente e scopammo come “ricci” (non so, come scopino… ma si dice così).

Io non chiesi più niente, ma quasi due settimane dopo, una sera eravamo andati a fare due passi ed a prendere un caffè, come ci capita spesso, quando Aleska mi sussurra: “Questa mattina sono passata dall’Antiquario…” e non aggiunge altro; “Vuoi sapere com’è andata?” Io la guardo divertito ed emozionato. “Certo!” “Bene” dice lei “Te lo racconto dopo, quando scopiamo, così, è come se fossimo in tre! Amore mio!”
E stato un attimo, abbiamo preso il caffè, siamo tornati a casa, ai ragazzi abbiamo raccontato che: “Papà ha bel mal di testa!” e mamma: “E’ molto stanca, così approfitta per riposare” Quindi, rapida doccia e poi a letto…

A letto nella penombra della stanza, della nostra stanza, è stato come un fiume in piena, il racconto di Aleska dettagliato e passionale mi ha portato fino alle stelle, fino a quando, parole sue: “Come mi hai chiesto tu, ho organizzato bene tutto il gioco, ho valutato ogni passo da fare, siamo stati a parlare a lungo sotto, poi ho richiesto dei due secretaire e lui mi ha detto che ne aveva venduto uno, ma il più brutto… Quindi piano, piano, sono salita per le scale prima che lui me lo dicesse. Poi l’ho aspettato sopra, quando Lui è arrivato, non ha resistito, ha allungato la mano, si è infilata nello spacco della gonna, fra le mie cosce e salendo, lentamente, gli ultimi tre gradini delle scale, ho ovviamente lasciato fare, Lui è arrivato con la mano a lambirmi la passera ed il culo… io questa mattina avevo messo quel perizoma piccolo, piccolo, ricordi? Il contatto è stato immediato! Mi sono voltata dandole le spalle, appoggiandomi ad un bellissimo tavolo di noce… lui mi ha alzato la gonna da dietro, poi mi ha abbassato il perizoma, stava per entrare nel mio “fiorellino”, ma io, ubbidiente! Ho abbassato la schiena e piano gli ho detto “Nel culo per favore!” Lui non ha più detto parola, ha appoggiato la sua grossa cappella, mi ha dolcemente bagnata di saliva, con un dito e poi è entrato in un colpo solo….”
In quel momento ho sentito un bollire tumultuoso, sono andati avanti a farmi ripetere la scena alcune volte, mentre io, piano, piano, ho incominciato a leccarle la fica, il clitoride si inturgidiva, ma continuavo a dirle: “Racconta, racconta, non Ti fermare!” poi quando Lei incominciò ad avere la lingua impastata e balbettando leggermente, capii che si era compiuto il gioco… La penetrai dolcemente prendendola a “cucchiaio”, era caldissima, mi tolsi lentamente e con molta dolcezza la penetrai nel culo, morbidissimo, come un guanto di velluto, quasi per magia, mi sembrava di sentire il calore e l’umido dello sperma dell’Antiquario, proseguimmo in quest’amplesso infinito, senza fermarci…. Fino ad addormentarci dopo un orgasmo simultaneo e lunghissimo.

La vita scorreva dolce e piacevole, nonostante, il lavoro, le preoccupazioni del quotidiano; la nostra intesa sessuale, aveva preso un tono da “giovani innamorati.” Io un po’ volutamente ed un po’ per il piacevole benessere interiore, non facevo niente per rompere l’incantesimo, anzi… Ho lasciato a Lei la totale iniziativa del gioco. Passarono più di due settimane, quando una sera, in un momento di tranquillità ed intimità, Aleska esordisce: “Domani ho deciso di passare dall’Antiquario, hai qualche idea?” Sinceramente colto di sorpresa, non seppi dire altro che: “No, no, noo!” come un bambino, colto con le mani nella marmellata. Lei prosegue: “Sono passata altre due volte da quando Ti raccontai…” Subito emozionantissimo, riuscii a far uscire un fievole: “A si?” proprio non sapevo che cosa dire, la curiosità mi aveva bloccato completamente e si vedeva bene, Lei mi guarda affettuosa ed aggiunge: “Si sono passata due volte, la prima da sola un pomeriggio tardi, il negozio era pieno… Ho guardato un po’ qui, un po’ la, poi ho salutato e sono uscita. La seconda sono passata con Franca, per farle vedere una lampada da comperare per lo studio.”
Tirai un sospiro, devo confessare che il gioco incomincia a farsi interessante ed anche un po’ emozionante. Ma Lei incalzò: “Domani lo faccio morire… ma non voglio decidere niente prima, dipenderà tutto dall’improvvisazione del momento, però mi vestirò proprio bene… Sai sono ritornata in quel negozio… Quella boutique dove ho comperato quel completino con le “culottes”… C’era di nuovo il marito della Signora… Ricordi?” e come facevo a non ricordare quell’inculata strepitosa… “Certo, ricordo benissimo!” “Mi sono fatta misurare, questa gonna di seta, ti piace?” “Molto, provala? Così Ti guardo” dissi io tagliando corto, “Mi ha aiutato a sceglierla ed a misurarla il marito…” Pausa di sospensione, poi aggiunge: “Mi ha accarezzata, ma come posso dire… Mi ha accarezzata come una donna, mi ha toccato dolcemente come toccano le donne… Sono ancora tutta eccitata ma a Lui non è venuto duro…” intanto si era infilata la gonna nuova, molto bella, molto conturbante il tutto, sia il racconto, sia la gonna.
“Domani mattina” aggiunge “metto: il completino che avevo comperato, reggiseno a balconcino nero con le culottes, le autoreggenti in tinta, questa gonna di seta, con la giacca di raso, senza niente altro…sotto. Che te ne sembra?” Stavo letteralmente sbavando, cosa potevo dire? Ero attizzato come una forgia da carpentiere….
“Non mi dici niente?” Insistette Aleska, io balbettai: “Si bello, bello, molto bello, arrapate…” Non sapevo dire altro, così Lei aggiunge: “Allora usciamo a prendere il caffè?” “Si certo!” Risposi e la cosa per quella sera finì così, uscimmo, poi passammo a trovare amici e rientrammo giusto in tempo per andare a letto.

Il pomeriggio successivo, in ufficio, non riuscivo a concentrarmi… Ogni dieci minuti, il pensiero correva da solo in quel negozio di Viale Mentana, poi feci una riunione di verifica, sulla procedura nuova…. Che dramma, mi avessero martellato l’alluce sarebbe stato la stessa cosa!
Arrivo a casa, con i ragazzi preparo tavola, come tutte le sere, ma Lei non arrivava, non arrivava mai… Poi verso le 20 arriva, vestita normale da lavoro… Dicendo: “Scusate, mi sono dovuta fermare con Franca per chiudere il mese!” Poi iniziamo cena, mangiamo, parliamo con i ragazzi, anzi Lei parla con i ragazzi, io… Fremevo!

Insisto per uscire dopo cena ed appena in garage, chiedo: “Allora… Allora, come è andata con l’Antiquario?” Lei con molta calma e tranquillità, dice: “Bene, mi sono fatta desiderare, ero veramente uno schianto… ma poi te lo racconto, dai andiamo a prendere il caffè!” In quel preciso momento ho capito che questo è e sarà il nostro gioco dell’estate, ho capito che Aleska, ne aveva recepito la vera essenza!
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